Li cozzuli di nonna (parole in libertà di Antonello Meazza)
Quando in primavera
ritornavo a correre
oltre il palazzo del barone
già si sentiva
aria di liberazione
ampi sorrisi
allegre parole
rinascita di aromi e profumi…
E “zia” Annamaria
mi aspettava
in cucina impastava
con le amiche
che erano come sorelle
donne dalle risate sincere
dalle mani gentili
Venivano fuori
forme dolci
opere di cuore
paesaggi ricamati
inviti a brindare
sapori che ti prendevano
a bocca aperta…
Ma “zia” Annamaria
mi capiva
e sapeva
tutto quello che bisognava sapere.
“Meu figliòlu
prima l’uva più forte ci vuole
dopo quella dolce…”
Proprio come quando
si ama.
Dopo le parole in libertà di Antonello che ne racconta la genesi di questi buonissimi dolci sardi, vista con gli occhi del ragazzino e consegnate alla storia con gli occhi della saggezza, vi segnaliamo la ricetta delle tiricche o cozzuli, pubblicata anni fa su questo sito, ovviamente non vogliamo consegnarvi la ricetta originale che non deteniamo sia chiaro, ma siamo aperti ai contributi di quanti ancora oggi conservano la tradizione e ne custodiscono la ricetta tramandata di madre in figlia, di nonna in nipoti, visto che del dolce in parola esistono diverse varianti a seconda del paese di origine della stessa Sorso OSILO ITTIRI SENNORI e altri.